Negli anni ’50 essere baciati era un vero e proprio lavoro. Non ci credete? Vi portiamo indietro nel tempo e vi spieghiamo cosa succedeva e perché.
In un mondo sempre più frenetico e dai ritmi quasi insostenibili, alle volte ci si domanda come mai le persone non abbiano neppure il tempo per una parola d’affetto, una coccola o un gesto carino. Ma non è sempre stato così. Anzi. C’erano anche diversi individui che, per essere baciati… si facevano pure pagare. Si trattava, all’epoca, di un vero e proprio lavoro. Ecco cosa succedeva negli ’50.
Essere baciati… per lavoro: i lipstick tester negli anni ’50
Per scoprire meglio questo particolare fenomeno ormai non più presente al giorno d’oggi occorre tornare indietro nel tempo e precisamente nel periodo post guerra. Negli anni ’50, infatti, come ricordato di recente anche da alcuni media stranieri, i brand di cosmetica come Elizabeth Arden avevano iniziato ad intensificare la produzione di rossetti, per cercare di accontentare il sempre più elevato numero di richieste al femminile. Per le donne, soprattutto in quel periodo, indossare il rossetto rappresentava un gesto molto importante in termini di rivendicazione femminile.
Da qui, la curiosità che in tanti non conoscono. Molte aziende per cercare di ottimizzare i propri prodotti beauty avevano investito su una particolare figura, quella del lipstick tester. Si trattava di un individuo che, di fatto, veniva pagato per… essere baciato. All’epoca era un vero e proprio lavoro che serviva a testare la tenuta del rossetto sulla pelle altrui e, ovviamente, anche in che modo si manteneva sulle labbra.
Come funzionava il test
Il tester, come è documentato da diverse fotografie evidenziate di recente dal magazine Life, lavorava in un modo preciso: le donne venivano invitate a baciare copiosamente il suo volto e, di conseguenza, si controllavano tutti i vari aspetti legati al rossetto. Dalla durata della permanenza all’intensità del colore. Chissà se qualche azienda, al giorno d’oggi, vorrà riportare in auge questa pratica…